NON NOBIS DOMINE, NON NOBIS, SED NOMINI TUO DA GLORIAM

domenica 30 ottobre 2011

NEMICI MORTALI DEI CAVALIERI DEL TEMPIO!

CLEMENTE V e FILIPPO IL BELLO


Papa Clemente V


Quando un Ordine di Cavalieri, sebbene ricco e potente come quello dei Templari, si trova ad avere contro il re di Francia, tal Filippo il "Bello", ed il pontefice voluto proprio da quest'ultimo, Clemente V, le possibilità di una riconciliazione amichevole sono pressoché nulle. O si da vita ad una guerra senza confini o si cerca di fuggire.
Ma la prima soluzione non era accettabile per un Ordine nato a protezione del popolo cristiano. In molti trovarono una via di fuga, mentre le più alte figure gerarchiche dell'Ordine rimasero al loro posto, mantenendo ferma la posizione dei Cavalieri di fronte ad accuse infamanti quanto non vere.
Il re di Francia anelava alle ricchezze dei Cavalieri del Tempio e desiderava la loro distruzione per annullare l'enormità di debiti contratti con l'Ordine stesso (la Commandery di Parigi era una delle più ricche!).
Il pontefice era l'unica carica ufficiale e l'unica persona a poter dare ordini ad una prelatura personale come quella dei Cavalieri del Tempio. Ma Clemente V era un debole, un uomo salito sul soglio pontificio per volere dello stesso re di Francia, e che non sarebbe mai andato contro al proprio protettore, sebbene consapevole che in una vicenda come quella dei Templari, avrebbe portato alla morte di molte persone innocenti e a lui fedeli.
Le accuse di eresia sono secoli che si sa che sono state create ad hoc. E dove non si riusciva a colpire l'Ordine del Tempio in modo diretto, venivano inventate le accuse più assurde, che venivano confermate grazie alle torture perpetrate contro gli stessi Cavalieri. Lo stesso Gran Maestro dell'Ordine, De Molay, ed il Precettore di Normandia, custode della Sacra Sindone, de Charney, vennero tenuti in carcere ben 7 anni e bruciati vivi nel 1314 con l'accusa di eresia.
Alcuni storici, molto vicini all'ambito vaticano, stanno cercando in tutte le maniere di riabilitare la figura di Clemente V. Ma un pontefice del genere ha poche possibilità di essere visto in maniera differente da come la parte più vera della storia ce lo fa vedere.
Un Papa inetto, incapace di far valere la propria carica e di difendere gli unici uomini che avrebbero dato la vita per lui, i Templari. Se Clemente V non ha mosso, in prima persona, contro i Cavalieri,  non si è mai opposto però alle amenità del re francese, ha avallato tutte le sue decisioni e, per paura di ritorsioni, ha portato la sede pontificia ad Avignone, dando inizio alla cattività francese della Chiesa.
Papa Clemente V ha le mani lorde di sangue innocente tanto quanto il re francese.
L'opera di redenzione di alcuni studiosi di parte, è quanto mai ridicola ed assurda.

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