NON NOBIS DOMINE, NON NOBIS, SED NOMINI TUO DA GLORIAM

venerdì 28 ottobre 2011

LA SINDONE ED I CAVALIERI DEL TEMPIO

UNA CONGIURA SENZA TEMPO

Un Templare con la Sindone
Proprio la Chiesa e la nazione che aveva dato i natali alla maggior parte dei Gran Maestri dell'Ordine dei Cavalieri del Tempio, la Francia, hanno tentato di portare alla distruzione tale Ordine di monaci - guerrieri.
Tanti motivi, nessuno vero e convalidato dalla storia. Ma finora abbiamo dovuto berci le favolette che in troppi hanno voluto raccontarci.
Le accuse di omosessualità, di eresia, di blasfemia, piuttosto che essere ricercate e cacciate dalla stessa "Santa Romana Chiesa", venivano proiettate su un Ordine nato a protezione della cristianità in Terra Santa.
Il  13 Ottobre del 1307 è stato il momento della vergogna per il sovrano di Francia, Filippo il "Bello" e per il pontefice, fatto eleggere dallo stesso re di Francia, Clemente V. Era un venerdi, ed è rimasta nella storia l'empietà di quel giorno, tanto che ancora oggi, il venerdi 13, viene considerato un giorno maledetto.
Centinaia di Cavalieri del Tempio vennero arrestati dalle truppe del re di Francia. Molti vennero uccisi. La maggior parte condotti nelle galere francesi e sottoposti a torture inaudite, tanto da costringere i seppur valorosi guerrieri templari a confermare tutte le accuse che gli venivano mosse.
Emerse un rituale eretico: il bacio di un idolo con la barba, chiamato Baphomet o Bafometto. Nessuno ci credeva gà allora, ma di fronte ad un Papa e ad un re come quello francese, nessuno mosse un dito. Eppure tutti erano a conoscenza che in quel periodo la Chiesa aveva perso il controllo della Sacra Sindone. E questo perchè era nelle mani dei Cavalieri de Tempio. L'immagine era proprio quella di un uomo barbuto, come si può ancora vedere a Torino.
E quindi Baphomet non era altro che il volto di Cristo, impresso nel proprio sudario?
Caspita! Ci sono voluti 7 secoli perchè la Chiesa riuscisse a trovare le parole per affermare una cosa così semplice. E tanti innocenti sono morti, nel frattempo!

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